Un pò di Storia...

Casella di testo: Già prima della strada Priula le sue contrade erano attraversate dai carichi di ferro che dalle miniere di Ponte dell'Acqua venivano ceduti allo Stato di Milano lungo l'alta "via del ferro" che, dopo Mezzoldo, attraversava le valli Averara e Stabina prima di scendere in Valsassina. Venezia si preoccupò d'interdire questi traffici che favorivano lo stato avversario, senza però offrirsi come acquirente alternativo in quanto già sfruttava miniere di ferro a lei più vicine. Si può dunque capire come i nostri valligiani si organizzassero facendo tesoro del mestiere acquisito, praticando comunque le miniere ed eludendo gli ordini che proibivano l'esportazione del materiale senza precisare come altrimenti sopravvivere. È pur vero che l'apertura di Passo S. Marco offriva qualche altra risorsa, in parte legata al trasporto delle merci e in parte legata alla capacità di una diretta impresa commerciale da cui trarre profitto. Ma a queste opportunità potevano soprattutto affidarsi i maggiorenti che avevano capitalizzato precedenti profitti, non già la povera gente. Lo stato di benessere di buona parte della comunità è oggi testimoniato dalla solidità del suo centro storico e dalla ricca dotazione di opere d'arte conservate nella chiesa parrocchiale. Dal 1000 al 1427 questo tratto di Valle, non legato a Bergamo, con un suo dialetto, con tributi da pagare allo Stato di Milano (Torrioni e Visconti), con una religione legata alla Diocesi di Milano, era di fatto una terra autonoma.
Nel 1427 offre la propria sudditanza al Senato veneto, lasciando così il dominio dei Visconti di Milano, per i quali il territori vallari erano soltanto terreno di sfruttamento e di contesa. Sotto il dominio veneto vengono soppressi alcuni dazi, dando così impulso al commercio delle materie prime e dei semilavorati prodotti sul territorio.
Punti fermi di questo periodo rimangono l’alpeggio e l’estrazione del ferro, mentre i boschi forniscono ingenti quantità di legna utilizzata per produrre il carbone necessario ad una prima fusione.
Nel 1592, quando ancora le strade solcavano i monti provenendo dagli stati vicini attraverso i passi di confine e solo in un secondo tempo scendevano verso il fondovalle, si decide di collegare alcuni tratti di strada già praticati per formare un unico tracciato ben definito, più agibile del tortuoso tracciato dell’antica Via dei Trafficanti: è la strada Priula (il nome deriva da quello del suo ideatore), che da Bergamo giunge fino al Passo di Albarino, poi rinominato Passo San Marco, per proseguire fino a Morbegno, Chiavenna e Coira in Svizzera. Il suo primo utilizzo è quello di far affluire dal centro Europa nella Pianura Padana truppe assoldate dai vari condottieri e malviste dalla pianura dalla religione cattolica in quanto causa del diffondersi del protestantesimo: Martin Lutero, durante il suo viaggio a Roma attraversa il Passo di S.Marco, si ferma a celebrare la messa in San Giovanni Battista in “Vallis Ulmi”.
La strada facilita anche il passaggio di merci, favorendo in tal modo il commercio tra il territorio veneto ed il centro Europa. Infatti la vera forza della Strada Priula è quella di distogliere questa parte dell’Alta Valle Brembana dal suo isolamento geografico e giuridico: in pratica ci fa diventare bergamaschi.
L’arte religiosa di questo periodo da il meglio di sé: templi mirabili per architettura, dipinti, intarsi; intere famiglie e dinastie locali (Baschenis, Rovelli) si dedicano all’arte appresa nei frequenti viaggi a Venezia e in altri luoghi.
Il nostro paese nasce dalla fusione di due contrade: Cà Maisis e Cà Berer; esso comprende il territorio più a nord della Valle dell’Olmo e raggruppa numerose contrade e frazioni: Valle del Chiuso, la Costa, Cà Bonetti, Soliva, Sparavera, Scaluggio, Acqua Eta, Castello, Fraccia e Ancogno, dove esisteva un centro di culto già nel 1400.
Le più importa tanti di queste frazioni hanno il loro forno per il pane, la loro fontana pubblica e proprietà con cognomi ben definiti, cognomi che si intrecciano con quelli dei malghesi, essendo da sempre la nostra una terra occupata da mandrie in transumanza.
Dal 1850 è storia dei nostri giorni…

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